Curiosità

Piangi quando fa male, non piangere l'accumulo del dolore passato

Ecco, ho questa impressione: una lacrima, quando scivola giù per la faccia, porta un sacco di altre lacrime che, per qualche motivo, abbiamo ingoiato prima.

Le chiamo lacrime opportunistiche, quelle che sono state bloccate, che hanno impedito di diffondere qualcosa che ci ha ferito così tanto in passato. O forse sono state le lacrime a mancare perché abbiamo pianto a metà e abbiamo fatto finta che qualcosa fosse fuori strada, quando in realtà eri ancora infastidito come se avessi una pietra nella scarpa.

Quindi cogliamo l'occasione e piangiamo il retroattivo, per saldare la fattura.

Piangiamo per l'abbandono, anche nell'infanzia; da rotture indesiderate nel passato e per le volte che ci hanno deriso.

Abbiamo pianto per le volte in cui ridevano dei nostri sogni; in tempi in cui avevamo paura e dovevamo renderci forti; piangiamo per il regalo di Natale che non abbiamo ricevuto nella nostra povera infanzia... è quel mucchio di ricordi dolorosi e vecchi che ci squarciano il petto, ferendoci come se fosse successo oggi.

Sì, è tempo perso smettere di piangere. Se non piangiamo quando ne abbiamo bisogno, l'anima ci carica, ci assilla.

Poi, alla prima occasione, la fattura arriva con tutto il ritardo, e piangiamo in un modo che sembra sproporzionato, ma non lo è.

Non possiamo immagazzinare le lacrime, siamo umani.

Dobbiamo supporre che abbiamo tutto il diritto di piangere ogni volta che qualcosa ci ferisce.

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